venerdì 30 dicembre 2016

Classifica 2016!

Eccoci arrivati al momento della verità :P

1. Quanti libri hai letto nel 2016?
58! Goodreads mi conferma che ho superato la mia sfida (50 libri) di 8 volumi. Chissà che io non decida di alzarla per il 2016 :P

2. Il miglior libro letto

Se mi seguite su instagram o su facebook sapete che io quest'anno ho trovato la mia nuova duologia preferita. Non ho amato niente quanto Wolf by Wolf (portato in Italia come Wolf dalla DeA), se non il suo seguito Blood for Blood, ancora più intenso e bellissimo. Non ve ne ho parlato sul blog perché mi è mancata la forza, ma se riesco vorrei parlarne in un video.


3. E il più brutto?
Mi dispiace, perché so che molti lo hanno amato, ma io non sono una fan de La notte che ho dipinto il cielo. Non è il libro peggiore che io abbia mai letto, ma non so, non l'ho apprezzato troppo sul momento e ora l'ho completamente dimenticato. Per fortuna non ho letto libri davvero davvero brutti quest'anno, quindi dovendo sceglierne uno...


4. Il più sorprendente?
Sul momento I nostri cuori chimici, di Krystal Sutherland, mi aveva lasciato l'amaro in bocca, ma più ci pensavo e più mi rendevo conto che era giusto così. Quindi sì, mi ha molto sorpreso questa lettura.

5. E il più deludente?
E per due anni di seguito il libro più deludente è quello in cui non riesco a capire dove l'autore vuole andare a parare, scelgo la ship sbagliata, il libro deraglia in una direzione sbagliatissima e una volta finito vorrei gettarlo dalla finestra. Grazie Wicked Lovely. Chi si fa avanti per il 2017?

6. La cover migliore dell'anno?
Ho amato questo libro tanto quanto la sua cover. So che a voi magari la copertina di Tutta la luce che non vediamo non sembra niente di che, ma adoro i colori e il panorama. Me lo attaccherei sulla porta per vederlo ogni mattina quando mi sveglio. E sicuramente la storia merita (secondo miglior libro dell'anno!). Insieme a questo, che mi è piaciuto moltissimo e ha una splendida cover c'è sicuramente And I Darken, uscito poco tempo fa per Fabbri.

7. Quella peggiore?
Se vi dico che questa cover non ha assolutamente nulla a che fare con la storia? Ecco.

8. Quali libri vorresti leggere nel 2017?
Troppi! Vorrei rileggere almeno una delle mie serie preferite (HP, Percy Jackson, Le cronache lunari...), voglio finalmente leggere Vita dopo vita, voglio mettere le mani su alcuni classici... e per quelli che usciranno nel 2017 abbiamo sicuramente Lord of Shadows, seguito di Lady Midnight; Passenger, di Alexandra Bracken che uscirà per Sperling; Wires and Nerve, la Graphic Novel seguito delle Cronache Lunari; Now I Rise, seguito di And I Darken e sicuramente altri che sto dimenticando!

9. Quanti erano fiction? E quanti non fiction?
Come al solito, quasi tutti fiction tranne un paio di saggi per l'università.

10. Quanti manga hai letto quest'anno?
Nessuno :(

lunedì 19 dicembre 2016

Recensione: And I Darken, di Kiersten White


«Quindi la domanda diventa: cosa sei disposta a sacrificare, figlia del drago? Cosa ti lascerai portare via per conquistare anche tu il potere?»

Titolo: Io sono buio
Autore: Kiersten White
Pagine: 480
Prezzo: 17,90€
Casa Editrice: Fabbri

Trama:
Una principessa non dovrebbe essere brutale. Ma Lada, figlia di Vlad Dracul, è diversa da ogni altra: affamata di potere fin da piccola, preferisce la lotta e i coltelli alle bambole. L’esatto contrario del fratello Radu, dolce, bellissimo e delicato come un bocciolo di rosa. Quando i due vengono lasciati in ostaggio dal padre, ancora bambini, al sultano dell’Impero Ottomano – prigionieri di un sovrano crudele e sottomessi a una cultura completamente diversa dalla propria – Lada inizia a progettare la sua spietata vendetta. Mentre la ragazza si prepara a combattere, il figlio del sultano Mehmed si mette tra lei e il fratello, spingendoli a diventare rivali. E in questo triangolo avvelenato forze potenti tendono gli animi: desideri di riscatto, gelosie tremende e un’ambizione sfrenata. Avvolta in un vortice di passioni turbinose, Lada si troverà di fronte alla scelta più difficile: portare a termine il suo piano o arrendersi all’unico nemico che forse non è in grado di sconfiggere, l’amore.

Voto: 4/5

Voi non potete capire quanto io abbia amato questo libro. Non so cosa mi sia preso, ma una volta riuscita ad entrare nella storia e a capire, più o meno, dove volesse andare a parare l'autrice non volevo più uscirne e 450 pagine non erano assolutamente abbastanza. Datemi il seguito ora. Per favore.

Ma andiamo con ordine e quindi la vera domanda è: di cosa parla questo libro? E', praticamente, la storia al contrario di Vlad III di Valacchia, Vlad l'Impalatore, Vlad il Sanguinario, anche conosciuto come Dracula (da Dracul, il suo patronimico), che tutti conosciamo come ispirazione per il noto personaggio. Ecco, noi abbiamo Lada (diminutivo di Ladislav), la versione femminile di Vlad, ma altrettanto brutale e spietata. L'unico vero problema è il suo essere donna, perché in un'epoca del genere le donne non contavano granché e Lada non rinuncia ad essere usata semplicemente come una moneta di scambio dal padre.
Ovviamente abbiamo ben chiaro chi sia la sua controparte, il suo completo opposto, differenza resa ancora più estrema dal legame di sangue: suo fratello Radu, delicato e gentile con tutti, gracile persino.
Altro personaggio fondamentale ai fini della storia è quello di Mehemed, terzo in linea di successione per diventare Sultano dell'Impero Ottomano e unico amico dei due, che però finirà per essere qualcosa di più per entrambi.

    «Durante la nostra prima notte di nozze, ti taglierò la lingua e la mangerò. Così entrambe le lingue che hanno detto sì al nostro matrimonio apparterranno a me, e sarò sposata soltanto a me stessa. Con tutta probabilità morirai soffocato dal tuo stesso sangue, e sarà un peccato, ma a quel punto io sarò marito e moglie insieme, e non diventerò una vedova da compatire.»

Insomma, la premessa è molto interessante, non trovate? 
E' molto bello anche riuscire a vedere che i personaggi crescono, maturano, ma in fondo in fondo il loro animo rimane uguale a quello di quando li conosciamo, molto piccoli se non appena nati: Mehemed vuole conquistare Costantinopoli, Lada vuole tornare in Valacchia, da lei considerata l'unica madre che abbia mai avuto, e Radu vuole proteggere ciò che gli è più caro. Il problema è che gli interessi di tutti si mettono in mezzo e le cose non sono semplici come può sembrare all'inizio.

Quello che più mi ha colpito, ed è anche la cosa che inizialmente non mi sembrava possibile perché entrare nella mentalità intricata del romanzo è piuttosto complicato all'inizio, è che una volta chiuso il libro non ne volevo uscire. Mi sarebbe servito avere subito il seguito a portata di mano, scoprire tutto quello che dovevo scoprire e poi ricominciare la lettura da capo. Il mondo di Lada e Radu, e i suoi personaggi complessi, mi ha conquistata e non volevo più lasciarlo andare.

«Non Dragwlya» disse. «Lada Dracul. Non sono più la figlia del drago.» 
Alzò il mento e puntò lo sguardo sull’orizzonte. «Il drago sono io.»

mercoledì 7 dicembre 2016

Una Settimana con Zafòn | Il Prigioniero del Cielo















Titolo: Il Prigioniero del Cielo
Autore: C. R. Zafòn
Pagine: 349
Prezzo: 14,00€
Casa Editrice: Mondadori

Trama:
Nel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza. Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento" è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia. Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín. Per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un'epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martín - il narratore di "Il gioco dell'angelo" - al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista...

L'ultima volta che ho scritto una recensione del Prigioniero del Cielo non si sapeva ancora nulla della pubblicazione del quarto libro, cioè Il labirinto degli spiriti. Ma adesso siamo qui a festeggiare proprio questo e non potrei esserne più felice. 

Il Prigioniero del Cielo ci ha riportati a Barcellona, in una storia che si intreccia tra il presente e il passato di uno dei personaggi più amati di questa tetralogia: Fermìn Romero de Torres. Ci ha fatti morire dalle risate, ci ha guidati mentre guidava Daniel e ogni tanto ha anche sganciato qualche perla di saggezza, quindi ritrovarlo e scoprire qualcosa in più su di lui è stato un piacere per me.
In più scopriremo qualcosa di più anche sul Gioco dell'Angelo e del suo protagonista, David, attraverso gli occhi di Daniel.

In questa vita si perdona tutto, tranne dire la verità.


Ad una prima lettura ricordo di non essere rimasta soddisfatta, per il semplice fatto che niente sarà mai L'Ombra del Vento, uno dei miei libri preferiti in assoluto, uno di quelli a cui penserei seriamente alla domanda "Ma se dovessi portare solo un libro su un'isola deserta...", e di conseguenza è anche molto difficile batterlo. Mi capite?

In un certo senso mi sono anche chiesta perché, perché, perché mai Zafòn avesse deciso di continuare a raccontare la loro storia. Perché andare avanti quando evidentemente non era il caso, perché la stessa magia del primo volume non si poteva ricreare. Ma ora mi riscopro a voler dare una nuova possibilità a tutto, in particolare al Labirinto degli Spiriti, che leggerò a breve per la prima volta, perché sentire l'autore parlare è stato davvero illuminante e sono contenta di aver avuto questa opportunità domenica 4. Chi mi segue su facebook probabilmente ha visto qualche foto.

Il destino non fa visite a domicilio, bisogna andarlo a cercare.


Quindi andiamo, Zafòn non si può abbandonare così. Tutti in libreria a prendere il nuovo libro. Spero di potervene parlare al più presto!

venerdì 2 dicembre 2016

Una Settimana con Zafòn | Il Gioco dell'Angelo















Oggi parliamo del secondo romanzo, che però è il prequel!

Titolo: Il Gioco dell'Angelo
Autore: Zafòn
Pagine: 466
Prezzo: 14,00€
Casa Editrice: Mondadori

Trama:
Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti, il giovane David Martín cova un sogno, inconfessabile quanto universale: diventare uno scrittore. Quando la sorte inaspettatamente gli offre l'occasione di pubblicare un suo racconto, il successo comincia infine ad arridergli. È proprio da quel momento tuttavia che la sua vita inizierà a porgli interrogativi ai quali non ha immediata risposta, esponendolo come mai prima di allora a imprevedibili azzardi e travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti, lungo le strade di una Barcellona ora familiare, più spesso sconosciuta e inquietante, dai cui angoli fanno capolino luoghi e personaggi che i lettori de "L'ombra del vento" hanno già imparato ad amare. Quando David si deciderà infine ad accettare la proposta di un misterioso editore - scrivere un'opera immane e rivoluzionaria, destinata a cambiare le sorti dell'umanità -, non si renderà conto che, al compimento di una simile impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria.




Ammetto che, purtroppo, Il Gioco dell'Angelo è il libro di Zafòn che ho amato meno di tutti. E i 
motivi sono svariati, ma gli riconosco anche diversi pregi.

Una delle cose principali è che, secondo me, gli manca la magia che portava con sé la storia dell'Ombra del Vento. Infatti, benché anche nell'Ombra del vento gli episodi macabri non mancassero, nel Gioco dell'Angelo ho sempre trovato tutto molto oscuro e maligno, con una storia che esce dal reale e sfocia nella magia oscura. Nell'Ombra del Vento, per quanto gli elementi potessero essere bizzarri, tutto viene - più o meno - spiegato in maniera logica (non è il Diavolo che Daniel vede alla finestra, uscito dal libro, ma semplicemente Julian che cede al suo lato teatrale, ad esempio) mentre in questo secondo volume è tutto un po' meno logico e un po' più complicato. E, sarà che sono ancora legata alla stessa opinione della prima volta in cui l'ho letto a 14 anni, ma non era quello che mi aspettavo.

Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.

Al contrario, però, ho apprezzato il tentativo di Zafòn di ritornare a parlare di libri in maniera diversa rispetto a quella che l'aveva portato al successo nel 2001 creando una storia effettivamente differente, senza copiare da sé stesso, benché ci sia qualche rimando a Dorian Gray secondo me. Questa volta non ci troviamo nei panni di un lettore, alla ricerca del suo autore preferito, ma di uno scrittore, alla ricerca del romanzo perfetto.


La gente normale mette al mondo dei figli; noi romanzieri dei libri. Siamo condannati a metterci la vita, anche se quasi mai ce ne sono grati. Siamo condannati a morire nelle loro pagine e a volte perfino a lasciare che siano loro a toglierci la vita.


Un'altra cosa che mi è piaciuta sì e no è il cast di personaggi. Ho odiato, dalla prima all'ultima pagina, il personaggio di Cristina: nessuno può essere tanto insopportabile quanto lei. Al contrario Isabella compensa, dolce e amorevole, nel suo angolo di libro. Ovviamente Isabella è anche il ponte che collega questo volume, ambientato negli anni Venti, al precedente, che ritraeva gli anni Cinquanta, in quanto è proprio lei la madre di Daniel Sempere, mio amato protagonista dell'altro romanzo.


"Sai qual è il bello dei cuori infranti?" Domandò la bibliotecaria. Scossi la testa. "Che possono rompersi davvero soltanto una volta. Il resto sono graffi."


giovedì 1 dicembre 2016

Una settimana con Zafòn | L'Ombra del Vento














In occasione dell'uscita del nuovo, e ultimo, volume di questa tetralogia torno a parlarvi di uno dei miei autori preferiti: Carlos Ruiz Zafón.
Iniziamo dal libro a me più caro, L'Ombra del Vento.

Titolo: L'Ombra del vento
Autore: C. R. Zafòn
Pagine: 420
Prezzo: 12,00€
Casa Editrice: Mondadori

Trama:
Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.


Esistono carceri peggiori delle parole.

Non riesco mai a parlare in modo soddisfacente di questo libro, per il semplice fatto che quando devo parlare di uno dei miei libri preferiti mi impappino e non so mai da dove cominciare. Quindi siate pazienti e non mi giudicate, cercherò di fare del mio meglio.

L'Ombra del Vento offre uno dei cast di personaggi migliore di cui io abbia mai letto: Daniel, da ragazzino che ha perso la madre a giovane uomo sulle tracce di un mistero da risolvere; Fermìn, senza la cui simpatia e perle di saggezza non saprei proprio dove sarebbe finito il libro; Julian, profondamente ferito e senza più niente a cui aggrapparsi; tante donne meravigliose che, anche se meno presenti, sono ugualmente fondamentali.

A volte è più facile confidarsi con un estraneo. Chissà perché. Forse perché un estraneo ci vede come siamo realmente, e non come vogliamo far credere di essere.

Ma oltre ai personaggi, una parentesi va assolutamente aperta per le ambientazioni. Zafòn è il motivo per cui io voglio, da anni ormai, visitare Barcellona (ovviamente seguendo anche i luoghi che lui cita nei libri, perché sì). E non solo la bellissima e distrutta Barcellona degli anni 50, ma anche il famosissimo Cimitero dei libri dimenticati, dentro cui è così facile perdersi da aver quasi paura ad entrare (ma ovviamente noi tutti amanti dei libri vorremmo dargli una sbirciatina).

Ed è proprio qui che inizia questo libro che parla di libri. Con un piccolo Daniel che, per la prima volta in vita sua e noi con lui, entra al Cimitero dei libri dimenticati e trova quello che sarà il libro della sua vita, ma di cui nessuno sa niente e del cui autore non si ha traccia. Le cose si complicano quando Daniel inizia a vedere un personaggio che pare uscito dal romanzo, e forse le sue ricerche sono andate troppo in là per tornare indietro.

Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o no una persona, hai già la risposta.

Ultima nota, che rende il romanzo sempre più bello ogni volta che lo leggo, è lo stile di Zafòn. Frasi in cui perdersi, descrizioni che ti portano alle narici l'odore della carta e dietro gli occhi chiusi le strade acciottolate della città spagnola.

Esistiamo fintanto che siamo ricordati.
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