sabato 2 aprile 2016

Splendi più che puoi, di Sara Rattaro - Recensione + Incontro

Finalmente, ecco anche il mio post!
Titolo: Splendi più che puoi
Autore: Sara Rattaro
Pagine: 250
Prezzo: 16,90€
Casa Editrice: Garzanti

Trama:
L'amore non chiede il permesso. Arriva all'improvviso. Travolge ogni cosa al suo passaggio e trascina in un sogno. Così è stato per Emma, quando per la prima volta ha incontrato Marco che da subito ha capito come prendersi cura di lei. Tutto con lui è perfetto. Ma arriva sempre il momento del risveglio. Perché Marco la ricopre di attenzioni sempre più insistenti. Marco ha continui sbalzi d'umore. Troppi. Marco non riesce a trattenere la sua gelosia. Che diventa ossessione. Emma all'inizio asseconda le sue richieste credendo siano solo gesti amorevoli. Eppure non è mai abbastanza. Ogni occasione è buona per allontanare da lei i suoi amici, i suoi genitori, tutto il suo mondo. Emma scopre che quello che si chiama amore a volte non lo è. Può vestire maschere diverse. Può far male, ferire, umiliare. Può far sentire l'altra persona debole e indifesa. Emma non riconosce più l'uomo accanto a lei. Non sa più chi sia. E non sa come riprendere in mano la propria vita. Come nascondere a sé stessa e agli altri quei segni blu sulla sua pelle che nessuna carezza può più risanare. Fino a quando nasce sua figlia, e il sorriso della piccola Martina che cresce le dà il coraggio di cambiare il suo destino. Di dire basta. Di affrontare la verità. Una verità difficile da accettare, da cui si può solo fuggire. Ma il cuore, anche se è spezzato, ferito, tormentato, sa sempre come tornare a volare. Come tornare a risplendere. Più forte che può.
Voto: 3/5
Questa è stata la mia prima esperienza con Sara Rattaro: non avevo mai letto nulla di suo prima e ne avevo sentite di tutti i colori su di lei, da chi la ama a chi la odia.  E se mi conoscete da un po', sapete che ho sempre qualche difficoltà con gli autori italiani. Nonostante questo, però, non smetto mai di provare a leggerli ogni tanto, con la speranza che mi sorprendano.

Splendi più che puoi - titolo che, come ci ha detto all'incontro la stessa Sara, aveva in serbo da tempo e ha finalmente trovato la storia giusta - è in realtà una storia vera. E con "storia vera" non intendo dire che è un storia già successa, qualcosa di già accaduto a moltissime donne, ma è proprio la storia di Emma. Lo si legge in fondo nella nota dell'autrice, e ci è stato raccontato anche all'evento, di come questa Emma si venuta dall'autrice chiedendole di raccontare la sua storia.
Da ragazza, negli anni novanta, ha sposato l'uomo sbagliato ed è divenuta vittima di abusi - fisici e psicologici - e rinchiusa in una casa di montagna per anni. Con lei, anche la figlia piccola.

E' indubbiamente una storia molto forte, intensa, e sebbene sia stata scritta in un mese circa il processo di scrittura deve essere stato devastante. La rabbia che può suscitare una storia del genere è sicuramente tanta e anche difficile da gestire, sia per chi la scrive che per chi la legge.

Ammetto di non essere una fan dello stile di scrittura dell'autrice... è un mio limite. Anche se racconta molto bene la storia, l'ho sentito leggermente distaccato. Eppure non è affatto così! Se aveste sentito come ne parlava durante l'evento vi sareste innamorate tutte delle sue parole, ve lo assicuro. Io sono stata la prima. La guardavo dal fondo del tavolo, senza più prestare attenzione alla focaccia che prima sembrava tanto invitante, e pendevo dalle sue labbra.

E', essenzialmente, la storia di una sopravvissuta. Tante altre nel corso del libro non sono riuscite a farcela, ma lei sì. Non perché fosse più brava, più intelligente o altro, semplicemente per fortuna. Ha scelto il momento giusto per andarsene, per lasciare quell'inferno che non poteva più essere chiamato casa. Tante volte si pensa "io avrei fatto diversamente" o "io me ne sarei andata prima" ma tante cose non si capiscono, forse, finché non le si vivono e quindi è brutto piazzare un giudizio sulla storia di una persona vera. Non bisognerebbe farlo tanto alla leggera come si sente spesso in giro.

Il libro ha anche il pregio di essere piuttosto corto, poco più di duecento pagine. Non so se avrei sopportato, psicologicamente, un romanzo più lungo sullo stesso genere di questo e quindi io la considero una nota positiva. Nonostante non sia un mattone, comunque, racconta tutto quello che deve raccontare: non ci sono stati sconti sulla storia originale, e ne sono felice in un certo senso. Questa è la storia di Emma, semplicemente, senza che sia stata romanzata o modificata. 

Il fatto è che non è solo la storia di Emma, ma con piccoli dettagli qui e lì ci viene anche fatto capire come - dal punto di vista legale - siamo ancora molto indietro. Ci si sposa in cinque minuti e ci volevano anni per divorziare, anche in casi come quello della protagonista. La violenza era considerato, fino agli anni novanta, un reato contro la morale pubblica e non contro la persona. Sono cose gravi e tutti dovrebbero esserne al corrente. Questo romanzo ce lo ricorda.

«E' normale scoprire di non essere la persona che pensavamo di diventare, quello che è difficile è scoprire di non assomigliarle nemmeno un po'»

***
Il fatto che lei sia una persona gentilissima, molto disponibile e davvero simpatica mi pare di averlo già fatto trasparire dalla recensione. Quindi eccovi la mia foto con lei: lei è molto carina, io anche no, ma sorvoliamo su questo punto.

L'aspetto più interessante, e anche l'oggetto della mia domanda a Sara, è il fatto che questa sia la storia di una persona realmente esistita. 
Mi aveva colpito molto il fatto che fosse stata proprio lei ad andare da un'autrice a chiedere che venisse scritta la sua storia, perché lei aveva qualcosa da raccontare.
E la prima domanda di Sara Rattaro è stata "Ma perché proprio io?" e la risposta è stata "Perché lei è gentile". Lo posso confermare, in quanto è davvero una persona gentilissima, e forse è proprio la gentilezza che ci voleva per raccontare una storia del genere, no? 

Oltre a raccontarle la storia, vivendo insieme per una settimana, ha anche affidato all'autrice un diario in cui aveva annotato diverse cose appena finito il periodo di prigionia.

La mia domanda (che ci ho messo una vita a porre, perché sono piuttosto timida) invece riguardava cosa ne pensasse Emma, quella reale, del prodotto finito. Ebbene, Emma è stata la prima a leggere, nel 2013, il manoscritto - prima ancora che venisse sottoposto all'editore - e senza la sua approvazione non si sarebbe fatto nulla. Quindi abbiamo la benedizione di Emma nel leggere la sua storia.

Voi l'avete già letto? Cosa ne pensate?

1 commento:

  1. Aaaw che carina :) Io con la Rattaro ho un rapporto un po' così così. Ho letto Non volare via, che mi era piaciuto, e Un uso qualunque di te che invece ho trovato molto meh :/ Probabilmente leggerò questo libro :)

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